QUANDO È UTILE FARE L’ESAME POSTURALE?
Quando è utile fare l’esame posturale?
In tutti quei casi in cui un dolore o semplicemente un disturbo al collo, alla schiena, alle gambe o ai piedi si presenta frequentemente o persiste nel tempo senza lesioni organiche evidenziate da indagini diagnostiche come radiografie, TAC o risonanze magnetiche, molto spesso un’importante concausa è posturale. Molto spesso anche in caso di ernie discali analizzare la postura permette di adottare soluzioni mirate e quindi di allungare i periodi di benessere.
A cosa serve l’esame posturale?
L’esame posturale “fotografa” la nostra situazione in un dato momento, permettendo di valutare l’influenza degli input provenienti da occhi, bocca e piedi e identificare se ci sono delle alterazioni in questi canali di ingresso che si ripercuotono negativamente sulla distribuzione dei carichi, sull’equilibrio e sulla nostra disposizione nello spazio. Dato che l’integrazione delle informazioni posturali è molto complessa, la presenza di limitazioni nella biomeccanica della colonna, del bacino e degli arti inferiori così come di tensioni viscerali può alterare i risultati dell’esame rendendolo meno affidabile: per questo motivo molto spesso viene consigliato al termine di un percorso terapeutico osteopatico o comunque è consigliabile fare prima un trattamento osteopatico.
Quali indicazioni si possono evidenziare con l’esame posturale?
A volte i risultati ottenuti dall’esame posturale suggeriscono un approfondimento specialistico (ad esempio gnatologico), altre volte di affiancare ai trattamenti osteopatici degli esercizi posturali mirati, altre ancora l’adozione di ausili specifici come le solette propriocettive, ma sempre con l’obiettivo di rendere più armonica la postura del paziente, senza ambire ad una perfezione e ad una simmetria ideali, nella convinzione che questo permetterà una maggiore ergonomia dell’organismo e di conseguenza maggiore benessere.